È stata proclamata dal mondo universitario italiano una settimana di mobilitazione, dal 3 al 10 aprile, per chiedere il ritiro dell’Italia dal bando del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI) che prevede la collaborazione con università israeliane.
Mercoledì 10 aprile, dalle ore 12:00, a Piazza del Sapere, saranno presenti e sono invitati tutti coloro che vogliono unirsi all’assemblea pubblica per lo stop al genocidio in Palestina. Da quanto si legge dal comunicato della Rete Salernitana per la Palestina, che ha promosso la manifestazione, le motivazioni della mobilitazione sono le seguenti:
“Questo richiamo è motivato principalmente dalla violazioni dei diritti umani e dal massacro perpretato da Israele in Palestina. Ricordiamo che secondo la Corte Internazionale di Giustizia è in corso a Gaza una possibile violazione della Convenzione sulla Prevenzione del Genocidio e che in una delibera aggiuntiva del 28 marzo la Corte intima al governo israeliano di rimediare alle disastrose condizioni umanitarie nella Striscia di Gaza. Ricordiamo, inoltre, che queste misure confermano l’obbligo legale di Stati, istituzioni e privati di non partecipare in azioni che contribuiscano a violazioni della Convenzione sul Genocidio e del diritto umanitario internazionale. Dato che la Corte considera plausibile queste violazioni da parte dell’attuale governo israeliano, una collaborazione con istituzioni israeliane su tecnologie militari o ‘dual use’ (civile e militare) rappresenta un rischio economico, etico e legale significativo per le università italiane coinvolte“.
[…] “Infine evidenziamo la crescente tendenza dell’accademia a coinvolgersi con il settore militare attraverso progetti di ricerca e finanziamenti per lo sviluppo di tecnologie belliche, comprese le sempre più diffuse collaborazioni con l’impresa produttrice di armamenti Leonardo S.p.a. e la Fondazione a essa collegata Leonardo Med-Or, così come le convenzioni quadro curriculari con la NATO. Come Paese la cui Costituzione ripudia la guerra, come lavoratori e lavoratrici della conoscenza, come studentesse e studenti, ci opponiamo a collaborare con istituzioni che contribuiscono alla repressione dei diritti umani, alla normalizzazione della corsa agli armamenti e del genocidio”.
Ne avevamo parlato anche in un articolo dello scorso 22 febbraio https://www.spottedunisa.it/2024/02/22/universita-italiane-e-mobilitazione-per-la-palestina-cosa-sta-succedendo-e-chi-manifestera-domani-allo-sciopero-generale-per-la-palestina-a-napoli/ dove anche parte dei docenti e delle docenti di UniSA aveva aderito allo sciopero del 23 e 24 febbraio.